COSA È LO YOGA?
- Lo Yoga è una ricerca nel nostro mondo fisico, mentale e spirituale
L’ etimologia della parola Yoga ci fa risalire alla radice sanscrita yuj che significa unire.
Lo Yoga è quindi la ricerca di consapevolezza di come la nostra mente può unirsi al nostro corpo e fondersi con la nostra interiorità cioè con quell’iceberg nascosto che sta nel nostro sé più profondo chiamato spiritualità e che non ha niente a che vedere con la religione.
Di solito tutti dicono che lo Yoga è una disciplina. Sì lo è perché in effetti lo Yoga è un complesso di norme che regolano la propria vita nel rispetto di se stessi e degli altri. Fu proprio grazie a Patañjali, un filosofo indiano, che questi insegnamenti vennero messe per iscritto. Fino ad allora erano stati tramandati solo oralmente come spesso avveniva presso le scuole hindu, da Maestro ad allievo.
Nei 196 aforismi (Sūtra) che costituiscono gli Yoga Sūtra, viene spiegato come, con il controllo di sé e la padronanza della mente e della sua attività (Vritti), si può arrivare all’intima unione con la nostra interiorità.
Però a me non piace molto usare questa definizione quando spiego cosa è lo yoga perché, nell’accezione moderna, la parola disciplina fa riferimento a qualcosa di difficile, di rigido e preconfezionato al quale bisogna inesorabilmente obbedire e sottostare.
Lo Yoga non è questo. E’ piuttosto qualcosa di morbido e duttile che si può adattare ad ogni singola persona nel rispetto dei ritmi della sua vita. E’ quindi una ricerca nel nostro mondo fisico, mentale e spirituale, dove per spirituale non si intende, come dicevo prima, una religione ma piuttosto lo stato emozionale più profondo che ci appartiene e di cui sappiamo poco o niente proprio perché non ci soffermiamo mai troppo a lungo per timore di scoprire cose inaspettate.
Quindi nello Yoga si tratta di osservare lo stato del corpo, della mente e dello spirito mentre svolgiamo delle azioni.
Nella nostra quotidianità la nostra mente si muove continuamente. Invece di stare nel presente insieme al corpo, viaggia nel passato dove trova dolore o rabbia per qualcosa di brutto che ci è capitato o tristezza e malinconia per qualcosa di bello che però non c’è più. Oppure viaggia nel futuro dove ci sono solo ansie per la volontà di raggiungere i nostri desideri o paure per la preoccupazione di non raggiungerli.
In questo modo la mente evita l’unico luogo in cui può esistere la felicità: il presente. E perdere l’esperienza del presente significa perdere la vita e rinunciare al dono più prezioso che abbiamo.
Quando siamo felici, infatti, non abbiamo desideri per il futuro o rimpianti per il passato: siamo semplicemente appagati nel qui e ora. Vivere intensamente il qui e ora è Yoga.
Ci tengo a sfatare i falsi miti dello Yoga perché sono questi che ci tengono lontani dalla pratica.
Per noi occidentali è difficile comprendere questo concetto di laicità nello Yoga. Non siamo culturalmente preparati a comprendere che siamo Uno nel Tutto e Tutto nell’Uno. Non è una colpa. E’ semplicemente un fatto. Proveniamo da millenni di invasioni e migrazioni dove culture, politiche e religioni si fondono e si dissolvono continuamente in un susseguirsi di contraddizioni e di fusioni che, alla fine, abbiamo perduto la nostra fonte originaria dimenticandoci di essere anime in cammino verso l’unione con noi stessi e col mondo che ci circonda.
Questa è la sorgente di quel sentimento di insoddisfazione che affligge il nostro tempo portandoci alla depressione e all’intolleranza. Non colpevolizzo nessun contesto politico, sociale o religioso e mi concentro piuttosto sul risultato che si fonde sulla nostra incapacità di gioire nel presente.
Questa nostra fragilità va sostenuta con la pratica Yoga perché è lì che troviamo l’energia per superare le avversità e, come piace dire a me, è lì che troviamo la forza per mettere oro nelle nostre cicatrici.
Quindi lo Yoga è la ricerca dell’unione felice tra corpo mente e spirito nel rispetto di sé stessi e degli altri in un Universo che ci ospita e nello stesso tempo ci appartiene.
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